NazioneStati Uniti                                                                                                                                                                        
Anno: 2017
Durata: 101 min
Regia: Adam Wingard
Attori: Nat Wolff, Margaret Qualley, Keith Stanfield, Shea Whigham, Willem Dafoe
Voto Filmantropo:
 

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Il giovane liceale Light Turner riceve in dono, caduto dal cielo, un quaderno intitolato “Death Note”. Chiunque utilizzi tale quaderno, ha il potere di uccidere qualsiasi persona semplicemente scrivendone il nome al suo interno. L’oggetto ricevuto permette anche l’apparizione di un demone chiamato Ryuk, che solo Light ha il potere di vedere. Dopo aver testato le funzionalità del quaderno, uccidendo un teppista della scuola e dopo aver raccontato il segreto dello stesso alla compagna di liceo Mia, Light decide di utilizzare il dono concesso, per uccidere tutti i peggiori criminali presenti, utilizzando lo pseudonimo di Kira. A indagare sugli strani omicidi, verrà chiamato L un abilissimo detective.


Death Note è l’adattamento americano del famoso manga, scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, composto da 12 volumi e pubblicato in Italia da Panini. Il successo riscosso a livello mondiale, ha portato alla creazione non solo di una serie animata, ma anche alla realizzazione di romanzi, giochi e action figure a esso ispirati. Contrariamente alle logiche lette e conosciute leggendo il manga, Il film decide di discostarsi soprattutto a livello di trama dall’opera originale, mettendo si in mostra i vantaggi e gli svantaggi che si possono avere assumendo il controllo del “Death Note”, ma il metodo con il quale viene analizzato il tutto è alquanto difficoltoso da comprendere e assai duro da accettare. Il personaggio di Light, interpretato da Nat Wolff, sembra non essere per niente a suo agio con il ruolo, facendo trasparire in ogni sua sfaccettatura la mancata conoscenza a livello totale del personaggio interpretato. Il prodotto finale sembra più un richiamo al merchandising che alla volontà di creare un vero e proprio film di successo, con caratteristiche importanti da diventare in tutto e per tutto un cult per le nuove generazioni. Ryuk interpretato da Willem Dafoe (con l’ausilio della Cgi), è troppo cupo, poco determinante e a lunghi istanti marginale ai fini della storia e se nel manga, eravamo abituati ad vedere un demone con un ruolo primario sia per la presenza del quaderno sulla terra, che per la complicità degli omicidi commessi, nel film ci troviamo di fronte a una figura secondaria. Margaret Qualley, interprete di Mia, cerca di dare un timbro personale, e più coerente, al suo personaggio ma anche lei è costretta a scontrarsi ripetutamente con i problemi interpretativi di Wolff . Chi esce in un certo senso vittorioso e positivo dalla sconfitta generale di squadra, è il detective L interpretato da un Keith Stanfield che non eccelle totalmente, ma che nel complesso è quanto di meglio si riesca ad apprezzare all’interno del lungometraggio. In conclusione si può dire che la mancata cura dei dettagli e le profonde lacune di trama presenti, giocano un ruolo determinante nell’insuccesso finale. Una vera è propria occasione sprecata, in tutto e per tutto.

 

 

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