Nazione: Stati Uniti D’America
Anno: 2019
Durata: 128 min
Genere: Fantastico, avventura, commedia
Regia: Guy Ritchie
Attori: Mena Massoud, Will Smith, Naomi Scott, Marwan Kenzari
Voto Filmantropo:

Nella città di Agrabah, il giovane ladro Aladdin sopravvive per le strade grazie alle sue arti, fino al giorno in cui incontra e salva Jasmine, la figlia del sultano, in incognito fuori da palazzo. Innamoratosi di lei e desideroso di elevare il suo status sociale per perseguire il suo scopo, si fiderà di Jafar, perfido visir del sultano, desideroso solo di giungere al potere tramite una lampada magica, contenente un genio in grado di esaudire tre desideri. Per uno scherzo del fato, la lampada finirà proprio nelle mani di Aladdin, dando il via ad un intenso climax di eventi.

Era il 1992 quando, per Natale, giungeva nelle sale il nuovo classico Disney di animazione “Aladdin”, faceva grande successo di quell’anno con più di 500 milioni di dollari incassati e capostipite di un franchise che ha visto due seguiti, una serie animata, un musical a teatro ed il successo di tutta la linea di merchandise.

27 anni dopo arriva al cinema il remake live action, con Mena Massoud nel ruolo di Aladdin e Will Smith, primo membro scelto del cast, nel ruolo del genio della lampada, raccogliendo l’eredità del compianto Robin Williams, meraviglioso istrione della versione animata.

Chiarimolo subito: è molto difficile approcciare in maniera imparziale questo film, specialmente per chi ha visto il film animato da bambino, la curiosità che spinge a vederlo è pari al terrore di assistere ad una vera e propria profanazione, cosa che, sorprendentemente, non avviene.

L’Aladdin portato in scena da Guy Ritchie ha il pregio di riprendere per sommi capi la storia, creando un senso di comfort per tutti i fan di vecchia data, e di introdurre novità e caratterizzazioni differenti che bene si adattano ad un film che viene proiettato nella società del 2019. Will Smith, vero ago della bilancia nel giudizio della pellicola, porta sullo schermo la sua versione del genio della lampada, un po’ “cool”, un po’ “fresh prince of Bel Air”, ma decisamente originale, fare paragoni con Robin Williams sarebbe ingeneroso per entrambi e, ciò che più conta, entrambi possono godere senza fallo del gradimento del pubblico.

L’aspetto scenografico e degli effetti speciali rimane sempre uno dei punti forti di casa Disney, così come il comparto sonoro, la presenza delle canzoni, così normale negli anni novanta, si integra perfettamente nel film e scorre piacevolmente.

L’unico aspetto che desta perplessità è relativo a Jafar, l’idea del giovane ambizioso e pronto a tutto, una sorta di antitesi di Aladdin, più che un vero antagonista come nella versione animata, risolta interessante ma un po’ poco credibile, sempre che di credibilità si possa parlare in un film dove ci sono geni della lampada e caverne parlanti, ma risulta davvero molto difficile che una persona così giovane possa essere il visir del sultano, e versato a tal punto nelle arti magiche.

In conclusione, Aladdin giunge sul grande schermo in sordina, forse per paura di un fallimento al botteghino, forse perché serviva solo per rilanciare il franchise anche con i piccolini che non hanno vissuto gli anni novanta, ma si è rivelato una piacevolissima sorpresa che, ne siamo certi, non mancherà di avere seguito.
Ci sarebbero un paio di clausole, come dire, qualche postilla…

COSA CI E’ PIACIUTO:

  • Ritornano le Notti d’Oriente
  • Un nuovo genio, e non una scopiazzatura
  • La qualità realizzativa Disney

COSA NON CI E’ PIACIUTO:

  • Il finale è leggermente troppo compresso
  • Mancano tantissimo i dialoghi tra Jafar e Iago
  • Il momento “emancipazione” Jasmine è un filino forzato

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