Nazione: Regno Unito, Germania
Anno: 2018
Durata: 126 min
Piattaforma: Netflix
Genere: Fantascienza, thriller
Regia: Duncan Jones
Attori: Alexander Skarsgård, Paul Rudd, Justin Theroux
Voto Filmantropo:


 

 

 

 

Berlino del 2052. il barista muto Leo Beiler (Alexander Skarsgård) è alla ricerca di Naadirah ( Seyneb Saleh) la sua fidanzata scomparsa in circostanze misteriose. La sua ricerca lo porterà nelle profondità di una città, finendo per imbattersi in due chirurghi americani.

 

 

Mute, non è soltanto il titolo della pellicola diretta da Duncan Jones, ma sembra anche il vero e proprio stato d’animo che può pervadere lo spettatore, durante la sua visione. Stucchevole e forte l’epilogo di una pellicola, che giunge al suo compimento solo nel finale, lasciando lo spettatore muto per la crudeltà degli eventi. Sembra che il grande e il piccolo schermo siano orientati ultimamente a interfacciarsi con ambientazioni futuristiche, avvicinandosi sempre di più al genere cyberpunk e distopico. Ambientato nella Berlino (tanto cara al regista e dove ha vissuto una parte della sua vita) del 1952,  la pellicola diretta dal figlio di David Bowie, non incanta lasciando allo spettatore una vera e propria sensazione di incompiutezza. L”ultima realizzazione del regista di Warcraft – L’inizio, viaggia su due storie parallele, pronte a incanalarsi in una unica narrazione nel finale, ma che troppe volte risultano confusionarie e mai piene di certezze. A questo va aggiunta anche la pesantezza delle immagini scarne e mai precise, che si distaccano lontanamente dai classici e capisaldi del genere, come Blade Runner. Il nome nuovo del catalogo Netflix nel globale non piace, alimentando già le critiche iniziali che hanno movimentato e messo in pista il film. Alexander Skarsgård, solitamente a quanto visto nelle ultime uscite, risulta impacciato e privo di un’identità precisa. Duncan Jones annaspa, dopo aver fatto qualche opera convincente, come Moon (diretto nel 2009), in un film dedicato completamente alla memoria del padre artista e della babysitter Marion Scene, che si occupò di Jones dopo aver divorzio dalla moglie.

 


 

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