Nazione: Stati Uniti
Anno: 2017
Durata: 119 min
Genere: Fantastico, sentimentale, avventura, drammatico
Regia: Guillermo del Toro
Attori: Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Octavia Spencer
Voto Filmantropo:


 

 

1962, Baltimora. Sullo sfondo della guerra fredda, Elisa Esposito (Sally Hawkins), un’addetta alle pulizie affetta da mutismo, e la sua collega Zelda (Octavia Spencer), che lavorano all’interno di un laboratorio governativo, finiranno per scoprire una creatura anfibia all’interno di di una stanza del laboratorio. Elisa, spinta dalla solitudine, inizierà a sviluppare un particolare rapporto di amicizia con la strana creatura.

 

 
Lasciato alle spalle l’ultima non fortunata fatica (Crimson Peak, anno 2015), Guillermo del Toro torna sul grande schermo per raccontare una favola d’amore dal sapore fantasy, avvicinandosi molto al suo film maggiormente riuscito: Il Labirinto del Fauno (anno 2006). Il film del regista di Hellboy risulta essere ancora però il prodotto più riuscito dell’intera carriera del regista messicano, per intensità narrativa e per l’originalità del materiale proposto. Nonostante ciò, La forma dell’acqua regala dei momenti interessanti e carichi l’emozione, che a volte però, risultano specchiarsi con dei piccoli difetti dovuti a una storia a tratti troppo fiabesca. La storia si sviluppa durante la guerra fredda, periodo storico particolare su cui sviluppare un racconto di questa portata. Perfetta Elisa (interpretata da Sally Hawkins) e la sua performance di un personaggio muto ma che comunque riesce a far centro e a colpire dritto il cuore dello spettatore. Gli incubi e i tornadi interiori dell’epoca sono affidati a Michael Shannon, volto roccioso che dissimula la mostruosa nefandezza dei suoi prossimi, Doug Jones è la compassionevole parte che accompagnerà la protagonista lontano dalla solitudine, danzando sulle note di Glenn Miller
Come nella classicità dello stile del regista di Pacific Rim (anno 2013), non possono essere trascurate le musiche che accompagnano costantemente le scene in maniera raffinata. Un intreccio gothico amalgamato bene, che risulta però, non essere quasi totalmente perfetto, forse anche a causa di una scrittura troppe volte prevedibile. Resta comunque un prodotto sicuramente ottimo che avrà un ritorno importante da parte del pubblico per originalità dell’intreccio tra storia e il fiabesco. Una moderna rivisitazione e omaggio al musical con collegamenti in stile Il mostro della laguna nera (anno 1954).
 

 
 

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