Nazione: Stati Uniti D’America
Anno: 2019
Durata: 118 min
Genere: Animazione, avventura
Casa produzione: Disney
Regia: Jon Favreau
Voto Filmantropo:
Simba è il figlio di Mufasa, re delle Terre del Branco, che vuole seguire le orme del padre. Il malvagio Scar, fratello di Mufasa, vuole tradire il fratello per impossessarsi del trono, costringendo Simba all’esilio. Il giovane Simba dopo la morte del padre e dopo essere scappato, incontrerà sul suo cammino Timon e Pumbaa, con i quali stringerà una forte amicizia. Il destino chiama però e il figlio del re deve riprendere tutto ciò che è finito nelle mani dello zio cattivo.
Dopo Dumbo e Aladdin ma prima di Mulan e del già ancora prima di uscire chiacchierato La Sirenetta, Disney torna nelle sale con la rivisitazione del classico “il Re Leone”. Il live action, che a tutti gli effetti oggi può essere considerato in un certo senso, un vero e proprio genere a se stante, per il numero sempre più alto di pellicole che lo spettatore si ritrova a vedere in sala. Rifacimento del classico d’animazione datato 1994, il film diretto da Roger Allers e Rob Minkoff non ricevette il premio Oscar come miglior film, ma riuscì a ottenere due statuette tra cui anche miglior colonna sonora. L’impatto generato riuscì a essere talmente tanto grande da etichettare il lungometraggio tra i migliori film d’animazione realizzati dalla casa dalle grandi orecchie. Venticinque anni dopo, il riadattamento viene affidato alla mano di Jon Favreau, ultimamente visto e conosciuto come attore nei panni di Happy nell’universo Marvel (MCU). Il regista americano torna dietro la macchina da presa per dirigere un nuovo live action del pianeta Disney, dopo il ben riuscito e gradito “libro della giungla”. La caratterizzazione di personaggi ben rappresentati e una storia sempre scorrevole, facevano si che Baloo e compagni, avevano dalla loro parte un racconto ben realizzato. La riproduzione più in chiave documentaristica, porta a considerare la pellicola diversa dal classico che il pubblico ha imparato a conoscere in quel lontano 1994. Personaggi più distaccati e più selvaggi nel loro insieme, sono lo sfondo di una pellicola che non convince pienamente nel suo insieme e che lascia sotto alcuni aspetti, dei punti di domanda. Non mancano effetti speciali dal forte impatto visivo che, a differenza di quanto ammirato e conosciuto nel classico dove si poteva assistere a un trionfo di colori, hanno un forte impatto a livello narrativo ma non trasmettono quel senso di magico che abbiamo imparato a conoscere. Una caratterizzazione dei personaggi che non fa totalmente breccia nel cuore e salvata in alcuni punti, dalla presenza di Timon e Pumbaa. Il particolare duo è la vera attrazione del lungometraggio che grazie a gag e a siparietti divertenti, risultano alla lunga le vere star del racconto. Il tutto è agevolato nella versione doppiata italiana da Edoardo Leo e Stefano Fresi, che esaltano di più il Suricata e il facocero. Marco Mengoni e Elisa sono le altre stelle di doppiatori che danno la voce rispettivamente a Simba e a Nala.