Nazione: Stati Uniti
Anno: 2018
Episodi: 10
Piattaforma: Netflix
Genere: Animazione, commedia, fantastico
Creatore: Matt Groening

Voto Filmantropo:

 

 

 

Tiabeanie, per tutti Bean, è la principessa del fantastico regno di Dreamland, la sua lotta contro il destino di sposarsi per fini politici, i suoi problemi personali e l’incontro di Elfo e Luci la porteranno a vivere avventure che muteranno la conoscenza di se stessa ed influenzeranno il destino di tutto il regno.

 

 

La diffusione mainstream di Game of Thrones ha portato il genere fantasy ad una nuova giovinezza, probabilmente superiore a quella conosciuta dopo l’uscita della trilogia del Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson, portando sempre più autori a cimentarsi nel genere, come nel caso di Matt Groening.

Disincanto rompe lo schema del classico TV Show del quale era schiavo anche Futurama; la narrazione continua dipana la trama attraverso ogni episodio, non più autoconclusivo, in un climax che conquista lo spettatore, privo di certezze ed aperto a (quasi) qualsiasi avvenimento; perché nonostante l’avvio lento e stentato, dove la prosecuzione dopo il primo episodio è un atto di fede, la serie trova la sua identità ben definita, amalgamando classici elementi fantasy a tematiche di vita quotidiana, il tutto condito dalla comicità dissacrante di Matt Groening.
L’attenzione alla caratterizzazione dei personaggi, siano essi primari o di contorno, è un grosso punto a favore della serie, a maggior ragione dal fatto che anche sforzandosi, è difficile trovare trasposizioni “simpsoniane”, ed il fatto che nonostante una stagione intera i personaggi abbiano ancora molto da svelare, non porta a immediata noia o prevedibilità i loro comportamenti.

Dal punto di vista tecnico, l’animazione ed il tratto dei personaggi nella classica modalità di Groening vengono affiancati da un sapiente utilizzo della computer grafica per le ambientazioni, davvero molto belle, rendendo il mix molto gradevole alla vista, e diverso da quanto visto finora.

In conclusione, la prima stagione di Disincanto delude chi desiderava gridare al miracolo da subito, ma allo stesso tempo mostra degli elementi davvero interessanti e nuovi finora mai apparsi nelle altre serie dell’autore, lo spettatore è interessato alla trama che smette di essere un pretesto per gags e citazioni, ed assume dimensione di grande rilievo; rimaniamo in attesa della seconda stagione per sapere se sarà consacrazione definitiva o l’autodistruzione.

 

 

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