Nazione: Stati Uniti d’America
Anno: 2018
Durata: 164 min
Genere: Thriller, fantascienza, drammatico, horror
Regia: Susanne Bier
Attori: Sandra Bullock, Trevante Rhodes,
Jacki Weaver, Rosa Salazar, John Malkovich
Voto Filmantropo:



Malorie (Sandra Bullock) è una pittrice in attesa di un bambino. Scopre, insieme alla sorella, che le persone iniziano a mostrare i sintomi di una strada epidemia in città. Tenendo gli occhi aperti, sono afflitte dalla voglia di suicidarsi. Il virus non risparmia Jessica, che si toglie la vita e trovandosi sola e rimasta a piedi, deve sopravvivere al contagio del virus. Con l’aiuto di una donna, riuscirà a ripararsi dalla folla delle persone coinvolte e il gruppo cerca di capire cosa possa essere successo.

45 milioni di visualizzazioni: È questo il bilancio che Netflix ha dichiarato come numero di utenti che hanno visto il film, nei sette giorni successivi la sua pubblicazione. Seguendo un po’ il filone e lo script degli ultimi film di genere horror, in Bird Box il cattivo non ha entità e forma mistica. Al timone della pellicola troviamo Sandra Bullock (premio Oscar con Gravity) che ha il compito di condurre il tentativo di fuga e riparo da parte delle persone non colpite dal virus. L’attrice di Ocean’s 8, è infatti una madre che, coprendo gli occhi cerca di sfuggire a delle misteriose entità la cui vista è capace di manipolare la mente dell’osservatore tanto da portarlo al suicidio. Un contesto apocalittico, dove però per lunghi tratti del racconto, lo spettatore è più costretto a imbattersi nell’affronto verso le persone contagiate, che nel tentativo vero e proprio di eliminare la radice del male. Logico paragone la pellicola con “A Quit Place” film del 2016, che ha molto a che vedere con il lungometraggio diretta da Susanne Bier, per la narrazione e struttura della storia. Se in “A Quiet Place” la famiglia era costretta a vivere in silenzio, senza produrre alcun suono e rumore, nel film originale della piattaforma americana i protagonisti devo evitare che l’utilizzo degli occhi, abbia delle conseguenze dannose. Uno spirito di sopravvivenza poco originale, che lo portano sintomaticamente ad essere simile, per logica di racconto apocalittico, anche a serie tv come The Walking dead e una narrazione sempre piatta e priva di grandi colpi di scena. Bird Box si affida, troppo e maniera assidua, alla forza della Bullock con un risultato però non pienamente convincente e poco riuscito. Se “A quite place” con il suo silenzio, metteva ordine e aveva il compito di tenere incollato lo spettatore, Bird Box risulta essere troppo confusionario e poco curato nei particolari. A Sandra Bullock troppo sola, che non riesce a portare sulle spalle il peso di essere la fuoriclasse, troviamo un John Malkovich in un ruolo secondario. Un cast, che sulla carta avrebbe potuto valorizzare e, se orchestrato bene, avrebbe potuto trasformare il bilancio finale del lungometraggio.

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