Nazione: Stati Uniti d’America
Anno: 2018
Durata: 143 min
Genere: Azione, fantascienza, avventura, fantastico
Regia: James Wan
Attori: Jason Momoa, Amber Heard, Willem Dafoe, Temuera Morrison, Nicole Kidman, Patrick Wilson, Dolph Lundgren
Voto Filmantropo:

Nel 1985, sulle coste del Maine, il guardiano del faro Thomas Curry (Temuera Morrison) salva da una tempesta una donna misteriosa (Nicole Kidman), che sostiene di essere Atlanna, futura regina di Atlantide. I due si innamorano e dalla loro unione nasce Arthur, il quale dovrà presto fare a meno della madre, costretta a tornare nel suo regno sommerso, per evitare che gli atlantidei possano fare del male alla sua famiglia di superficie.

Gli anni passano e Arthur, ormai adulto (Jason Momoa), decide di mettere le incredibili doti che ha sviluppato nel frattempo, tra cui la capacità di dialogare con le creature marine, al servizio dei più deboli.

Dobbiamo ammettere che per lungo tempo abbiamo sperato che a determinare il successo di un cinecomic fosse la qualità dell’opera, ma dopo l’inspiegabile exploit al botteghino del mediocre Black Panther e l’ancora più clamoroso risultato di questo Aquaman (oltre 950 milioni di dollari di incasso nel mondo a poche settimane dall’uscita), abbiamo dovuto arrenderci all’evidenza: gli spettatori paiono ormai interessati solo a effetti speciali, attori bellocci, e complessità narrativa vicina allo zero, accorrendo in massa, nonostante le poco esaltanti recensioni, a vedere film dove il solo fatto di derivare da un fumetto li rende appetibili. E’ vero che rispetto ad altre pellicole tratte dai comics della DC qualche critica parzialmente positiva per Aquaman è stata letta, ma mai come questa volta queste sembrano proprio derivare dai risultati al box office di cui sopra. Non è certo un segreto che molti recensori modifichino il proprio giudizio a seconda di dove soffi il vento (in questo caso il successo di pubblico, che ha anche fruttato a Black Panther un’improponibile candidatura come miglior film drammatico ai recenti Golden Globe: va bene che Hollywood non sta vivendo il suo periodo più brillante, ma davvero non c’era un film migliore da candidare?). Il povero James Wan (Saw, Fast & Furious 7) ce la mette proprio tutta per non far naufragare l’operazione nell’ennesimo film senz’anima, e, complice il buon lavoro di costumisti, scenografi e supervisori degli effetti speciali, riesce anche a regalarci qualche passaggio visivamente interessante. Ma è davvero troppo poco in un film che si contraddistingue per una trama di una banalità sconcertante (e su questo più che sui misconosciuti David Leslie Johnson-McGoldrick e Will Beall, autori della sceneggiatura, il dito andrebbe puntato su Geoff Johns, che ha scritto il soggetto: ma dove è finito l’autore di tante pietre miliari dell’Universo DC su carta?), per essere pieno di dialoghi risibili e di scenette comiche fuori luogo, e per non essere riuscito minimamente a far emergere le potenzialità di un personaggio che, sulle pagine dei fumetti, grazie ad autori come Peter David e Rick Veitch, aveva mostrato di non essere un semplice character di secondo piano, rispetto a Batman e soci. Eppure, dopo un inizio sotto il livello minimo della decenza, la sotto-trama riguardante la nascita di Black Manta (storica nemesi del personaggio) sembrava promettere ben altro, nonostante un Jason Momoa, nelle vesti del protagonista, capace di essere più inespressivo del suo tridente. Invece ci siamo dovuti sorbire l’ennesima brutta copia di Indiana Jones, con i protagonisti in giro per il mondo a cercare il “tesoro” di turno (e tra i vari scenari, ci viene presentata anche una Sicilia così inverosimile, che non ci aspetteremmo di trovare neppure su un depliant turistico). Stendiamo un velo pietoso, poi, sul modo in cui vengono sprecati due pesi massimi come Nicole Kidman e Willem Dafoe, mai lasciati liberi di esprimere veramente tutto il loro talento. L’unico a fare bella figura è il bravo Patrick Wilson (che già avevamo apprezzato nella seconda stagione di Fargo), il cui Orm Marius/Ocean Master è il solo personaggio capace di trasmettere un po’ di pathos. Parzialmente positiva anche l’interpretazione della sinuosa Amber Heard, in attesa di una conferma nell’ormai probabile sequel.

Forse il nostro giudizio è troppo negativo, forse i Marvel Studios ci hanno abituati troppo bene, ma la verità incontrovertibile è che se la Warner non è riuscita finora (trilogia di Batman di Nolan a parte) a realizzare un film di un certo livello neppure con i suoi personaggi di punta, non potevamo certo aspettarci il miracolo con Aquaman.

E così, pur speranzosi che la prossima pellicola dedicata al Joker possa segnare una svolta (ma pare che sarà slegata dal DC Extended Universe), non ci resta che consolarci con i trailer di Capitan Marvel e Avengers: endgame.

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