Nazione: Stati Uniti
Anno: 2017
Durata: 115 min
Regia: Edgar Wright
Attori: Ansel Elgort, Kevin Spacey,  Jamie Foxx, Lily James,  Jon Bernthal
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Baby è un pilota formidabile, l’asso nella manica della banda criminale guidata da Doc; con lui ogni fuga è possibile. Nella vita di tutti i giorni il suo nome è Miles, un normale ragazzo che si innamora di una cameriera di un fast food e che desidera solo abbandonare per sempre il mondo di cui fa parte, ma una volta dentro non è così facile uscirne.

Nel 2001 usciva nelle sale The Fast and the Furious, film destinato a fare la storia del cinema, da allora i blockbuster usciti a base di macchine, azione ed adrenalina sono così tanti da perdere il conto. Lo spettatore che si accomoda in sala, ormai saturo del genere, non ha aspettative dallo spendere un paio d’ore ad ammirare un prodotto tranquillo già assaggiato più e più volte, ma questa volta il risultato finale è piacevolmente diverso.
Baby Driver è un film unico nel suo genere, riesce a coniugare l’azione, la commedia ed il dramma scandendo ogni singola fase del lungometraggio con un ritmo formidabile, grazie ad una straordinaria colonna sonora che accompagna lo spettatore dal momento in cui Baby infila le cuffie nella prima scena, sino all’epilogo. Se Guardians of the Galaxy ha dimostrato quanto una colonna sonora onnipresente ma ben congegnata possa caratterizzare un film senza annoiare lo spettatore, Baby Driver ne fa sentire la mancanza nei rari momenti di dialogo puro; in un film dove il protagonista soffre di acufene post traumatica, inserire il fischio di fondo quando non c’è musica è qualcosa di davvero unico e perfetto.
Dal punto vista del cast Baby Driver eccelle, viene quasi a noia esaltare le qualità di Kevin Spacey, il cui nome e cognome potrebbero fungere da definizione per i personaggi da lui interpretati, e un Jamie Foxx, che con la sua interpretazione risulta disturbante nei confronti del pubblico.
Sorprende positivamente il fatto che in un mix di ottani a profusione e sparatorie, Baby Driver trovi il tempo di seguire un’evoluzione delle sue atmosfere, la commedia lascia il posto al dramma, ed anche il protagonista passa da una leggerezza nei confronti del mondo che lo circonda a capire che qualsiasi cosa ha un prezzo, e che l’avere iniziato facilmente non significa che uscirne sarà altrettanto semplice, dovrà mettere in gioco la sua vita e la sua libertà.
Qualcosa nella trama non convince del tutto, se vedere il personaggio interpretato da Kevin Spacey comportarsi “da buono” senza alcun vero motivo risulti disorientante, altrettanto lo è l’ultima parte del film; l’ottima resa di come sia impossibile fermare l’evoluzione delle cose quando la situazione precipita non giustifica comunque un finale che lascia in bocca un marcato sapore di incompiutezza, non soddisfando appieno.

Baby Driver dimostra che c’è ancora qualcosa da dire in un genere pesantemente inflazionato, apprezzabile sia dai cultori che dagli spettatori casuali, è sicuramente da vedere.

 


 

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